Nel corso del mese di aprile il signor Fiorenzo Melera, membro del CD FSM e delegato permanente in Madagascar, si è intrattenuto qualche giorno ad Antananarivo con il delegato nazionale FSM della parte malgascia, il signor Constant Gasstsar, per tracciare le grandi linee direttrici dell’attività della FSM in Madagascar, secondo statuto, per i prossimi anni. In effetti, con il 2013 termina il secondo decennio d’attività della nostra organizzazione ed è dunque giunto il momento di stilare le nuove attività per il prossimo decennio, che ora sono da estendere su un territorio oltre i confini dell’isola di Nosy Be, cioè interessandosi più da vicino ai bisogni primari anche della popolazione rurale sulla “Grande Terre”. È infatti vero che da qualche tempo, una volta terminato il programma “acqua potabile per tutti sull’isola di Nosy Be, previsto per la fine del 2014, i nostri responsabili stanno pensando di attraversare il braccio di mare che la separa dalla “Grande Terre” per andare nella regione di Ambanja, poichè molti responsabili dei villaggi attorno a questa cittadina hanno più volte espresso il desiderio di potere accedere ai nostri servizi. Il miglioramento della salute della popolazione grazie alla distribuzione di acqua pulita significa innanzitutto e oltre ogni dubbio una diminuzione importante delle malattie infantili, il più delle volte mortali. Parallelamente nasce il bisogno di sviluppare l’alfabetizzazione già a partire dalla scuola materna, dunque un’armonizzazione del contenuto delle lezioni, senza tralasciare la necessità di venire pure in aiuto alle famiglie degli allievi delle scuole elementari, costrette a pagare in parte i maestri a causa della cronica mancanza di mezzi da parte dello Stato. Una bella sfida che la FSM vorrebbe affrontare per colmare queste insufficienze, se naturalmente la sua organizzazione potrà permettersi di dotarsi di una logistica più sviluppata dell’attuale e soprattutto di maggiori mezzi finanziari che, di questi tempi, è parecchio complicato riuscire a raccogliere.
A tal proposito l’esperienza che la nostra Fondazione sta vivendo in seguito alla convenzione di “messa a disposizione” della sua proprietà sita a Ambatozavavy, ardentemente voluta anni fa dalle autorità locali e rilasciata all’associazione degli albergatori dell’isola per la messa in funzione di un Centro di formazione professionale nel settore alberghiero-turistico (CFTH), è significativa. L’esperienza accumulata durante più anni nella gestione della scuola è stata sicuramente arricchente, ma nel contempo ha fatto capire che gli ambienti interessati, sia a Nosy Be che su tutto il territorio malgascio, non sono ancora pronti a formare dei veri professionisti del ramo, in primis per la mancanza non solo di formatori qualificati a insegnare le tecniche richieste nei diversi servizi (cucina, ristorante/bar, réception/housekeeping, turismo/guide), ma anche di direttori di simili collegi scolastici che sappiano pure gestire parallelamente dei veri e propri alberghi di applicazione, una novità assoluta presso il CFTH, senza evidentemente dimenticare la delicata gestione finanziaria di simili istituti.
Alla luce di tutto ciò si è ritenuto necessario nel corso degli ultimi mesi di fare una pausa di profonda e ragionata riflessione, cosa che ha portato alla decisione di riaprire la “messa a disposizione” della nostra proprietà a un’organizzazione di veri professionisti che, tenendo conto dei bisogni del settore, sostenuta da aiuti finanziari internazionali e grazie a un concorso dai contenuti tecnici sostenibili, possa essere in grado di organizzare e gestire una vera e propria scuola per la formazione di formatori titolari di diplomi di valore europeo richiesti per formare i CAP (Certificato d’Attitudine Professionale) omologati a livello europeo per i mestieri della ristorazione, dell’alberghiera e del turismo, incluse naturalmente le competenze connesse. L’obiettivo, fissato su due piani quinquennali, è quello di fornire almeno il 50% del bisogno nazionale nei mestieri dotati di CAP, fissato a 1’200 secondo uno studio effettuato dall’Unione Europea nel 1994. Il sito pilota di questo progetto sarà dunque la nostra proprietà a Ambatozavavy e proseguirà poi per tappe ad Andasibe, nel centro-est del paese, a Ivato, nei dintorni di Antananarivo, e a Tulear, al sud. Si tratta dunque di un progetto di grande portata, dove la FSM, per quando riguarda la parte tecnica e gestionale, avrà un ruolo marginale ma, e questo va innanzitutto sottolineato, visibile su tutto il territorio nazionale in quanto è la prima organizzazione, la nostra, a mettere a disposizione una proprietà privata per un progetto di enorme importanza per lo sviluppo sostenibile e rispettoso sia del Paese che della sua gioventù, che una volta raggiunta la piena maturità professionale, dovrà rilevare il testimone dell’imprenditorialità nel settore, attualmente ancora in gran parte in mano straniera.
Infine è pure importante sottolineare che il mercato turistico-alberghiero comprende tutta una serie di attività collaterali quali la protezione dell’ambiente, la flora e la fauna, la riforestazione, l’acqua e le sue sorgenti, come pure le popolazioni ivi insediate; un insieme cioè di realtà che la nostra Fondazione ha vissuto e condiviso nel corso degli ultimi due decenni.
Tutto quanto descritto è stato oggetto di discussione durante i numerosi incontri con le personalità politiche e civili coinvolte nello sviluppo armonioso del Paese, che in primo luogo deve tenere conto del rispetto della sua identità.