Da quando si è creato, il pianeta Terra ruota su sé stesso – e pure attorno al sole – e il genere umano con lui: da millenni, nel bene e nel male, succede questo e nessuno, se non pochissimi, si è mai chiesta il perché.
Poi tutto a un tratto il meccanismo si inceppa: il pianeta Terra continua la sua corsa, il genere umano no. Il genere umano si blocca, abbandona il ben oliato meccanismo, pensa di poter continuare da solo, perché crede di essere diventato adulto. Sono ormai più di tre anni che questo è successo: il pianeta Terra continua a ruotare al suo ritmo, il genere umano ora si vede costretto a cercare la sua rotta e spera di riuscirci, ma tutti gli indicatori segnano profondo rosso.
Quanto qui sopra descritto è vero: correva l’anno 2020 e quanto accaduto è stato definito “Pandemia di Covid”; sappiamo quando è iniziata, ma non sappiamo come e quando finirà. Si continua a discutere e bisticciare su modi e metodi introdotti a livello planetario per combatterla… intanto le conseguenze non solo restano, ma pure si aggravano, rischiando di mandare fuori controllo l’ordine mondiale.
LA REALTÀ TROVATA A NOSY BE
Anche la Fondazione Svizzera Madagascar si è dovuta fermare, pur non chiudendo, sperando di poter rientrare in Madagascar appena possibile: per 28 mesi il suo Delegato, l’ing. Fiorenzo Melera, è rimasto in patria a dirigere da remoto, per quanto possibile, un’organizzazione oliata da ormai 30 anni. Sembrava un compito facile, ma in realtà non lo è stato affatto!
Finalmente, all’inizio di maggio del 2022 è arrivato il benestare per rientrare in Madagascar, a Nosy Be: dopo tre vaccinazioni, l’ultima 24 ore prima della partenza, e un accurato controllo una volta arrivato, il protagonista di questa ennesima avventura ha potuto giungere a destinazione. Apparentemente tutto in ordine, in realtà poco o nulla funzionava. All’esterno tutti o quasi con la mascherina – negli ospedali e dispensari, nei locali pubblici, banche, negozi di alimentari e ristoranti l’obbligo era assoluto, come pure il lavaggio delle mani e le distanze canoniche – e i generi di prima necessità (riso, farina, olio, ecc.) scarseggiavano, ma il traffico sulle strade era curiosamente caotico, come al solito. La gente era per le strade, forse anche perché molti erano disoccupati a causa della chiusura (in alcuni casi definitiva) di molti alberghi e locande, dovuta alla mancanza del turismo, sull’isola il settore che maggiormente genera una certa ricchezza. Dunque pochi soldi nelle tasche, anche se l’autoctono – nessuno sa il perché e il come – trova sempre il mezzo per procurarseli, specialmente se si tratta di divertimento.
Con il passare del tempo le restrizioni si sono pian piano allentate e il paese, Nosy Be compresa, si sta dando da fare per favorire la ripresa di una vita normale. Evidentemente però le conseguenze restano e gli esperti prevedono che passeranno anni prima che si possa ritornare agli standard precedenti; molto dipenderà da come si muoverà l’economia mondiale, essendo il Madagascar a suo completo rimorchio… ma come detto poc’anzi, gli indicatori per una sostanziale ripresa indicano sempre rosso.
Naturalmente anche la FSM sul posto ha sofferto parecchio di questa situazione. C’è voluto qualche mese per rimettere in moto la sua organizzazione e le difficoltà incontrate per farla ripartire sono state tante: le continue e prolungate interruzioni all’elettricità e all’erogazione dell’acqua hanno messo fuori uso la maggior parte delle apparecchiature, così come il prolungato arresto delle due vetture a disposizione. Va sottolineato come questi disagi, se alle nostre latitudini sono sì d’intralcio, ma abbastanza velocemente risolvibili, a Nosy Be, come del resto in tutti i paesi in via di sviluppo, assumono proporzioni inimmaginabili.
Un esempio: le candele d’accensione a Nosy Be sono cinesi, costano sì un po’ meno, ma non valgono nulla. Per averne una di qualità bisogna ordinarla da Antananarivo, capitale del Madagascar che dista più di 900 km, e con un po’ di fortuna la si può avere in un settimana. Se tanto mi dà tanto, è piuttosto semplice capire che per rimettere tutto quanto in ordine ci vuole un po’ di tempo… e se a tutto questo nel frattempo si aggiunge qualche altro inghippo, si arriva alla classica fatica di Sisifo!
I metodi introdotti per arrestare la “Pandemia di Covid” – necessari se ben gestiti, ma condannabili così come lo sono stati – hanno ormai cambiato il mondo. Uno nuovo ci sta aspettando e pochi sanno come sarà, o meglio, come vorranno che sarà. Ora non ce lo vogliono dire, ma ce lo diranno un po’ alla volta, in modo tale da non farcene accorgere… come nella favola della rana bollita. Intanto il pianeta Terra continua a girare su sé stesso e attorno al sole…